mercoledì 24 luglio 2013

La grattachecca


Rimedio dei romani contro il caldo è la Grattachecca: un mix di ghiaccio triturato, sciroppi e frutta. La Capitale ha una lunga tradizione che arriva, attraverso la Persia e l'antica Grecia, addirittura dalla Cina, dove gli imperatori già tremila anni fa gustavano la dolce ricetta fatta di neve e sciroppi alla frutta. Deriva il suo nome dal verbo grattare e da checca, termine con il quale un tempo si identificava il grosso blocco di ghiaccio utilizzato per refrigerare gli alimenti quando ancora non esistevano i frigoriferi. A differenza della granita che viene prodotta con acqua mescolata a sciroppi e messa a congelare, la grattachecca è composta da ghiaccio grattato da un singolo blocco di grandi dimensioni, con un apposito raschietto provvisto di una camera vuota posteriore che consente di accumulare il ghiaccio grattato così ottenuto. Una volta riempito il bicchiere con il ghiaccio, viene aggiunto succo di frutta o sciroppo. A Roma solo pochi chioschi oramai preparano la grattachecca seguendo la lavorazione tradizionale ed i più famosi sono localizzati sulle sponde del Tevere, forse perché rifugio da sempre, per gli abitanti, dalla calura estiva. Si vocifera che Quinto Fabio Massimo inventò ai suoi tempi una ricetta che divenne subito molto popolare. La neve portata dal Terminillo veniva aromatizzata con sostanze dolci. Nacquero a Roma i primi "Thermopolia" (una specie dei chioschi di oggi) che distribuivano la refrigerante e dissetante bibita. Tra i grattacheccari più famosi e antichi della Capitale c'è la Fonte d'Oro a Trastevere (Piazza Belli), a poca distanza, davanti a Ponte Cestio c'è la Sora Mirella (Lungotevere degli Anguillara) che da trent'anni trita il ghiaccio a mano. La Sora Maria (Via Trionfale), è tra i chioschi più frequentati di Roma nelle notti d'estate e quello che vi consigliamo!

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