È il presepe dei Romani, dei Papi, dei Netturbini. Qualcuno dice che è il
presepe del Papa perché Papa Wojtyla ne era innamorato; si ricordava tutti i
particolari, quello che c’era e quello che non c’era.
Nell’arco degli anni,
oltre due milioni di romani insieme a turisti, personalità istituzionali,
religiose, capi di Stato e Pontefici hanno reso omaggio all’opera,
raccogliendosi in preghiera dinanzi alle tipiche costruzioni della Palestina di
2000 anni fa. Ben 2234 pietre, provenienti da tutto il mondo, incastonate sulle
pareti esterne e sul basamento del presepe testimoniano il messaggio di pace e
fratellanza della Natività e l’unione dei popoli.
Arricchito ogni anno di nuovi particolari, il Presepe dei Netturbini
riproduce fin nei minimi dettagli lo stile delle tipiche costruzioni della
Palestina di 2000 anni fa. Uno scorcio di mondo incanta di anno in anno grandi e
piccini: le 100 case, tutte illuminate, costruite con ingegnosa maestria in
pietra di tufo e lastre di selce (sanpietrini) sono curate nei minimi dettagli
con porte, finestre e balconcini.
Un caminetto fumante, 54 metri di strade in
lastre di selce, 3 fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4
acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L'acquedotto più
piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del
colonnato e della facciata della Basilica di San Pietro, ricevuti nel 1979
grazie a S. Eminenza il Cardinale Virginio Noé in occasione del restauro dello
stesso colonnato berniniano.
Completano la Sacra Rappresentazione: 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che
formano stalattiti, 1 pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, dei quali oltre 400
realizzati con il marmo proveniente dal colonnato di San Pietro e i restanti
con pietre della Birmania, di Betlemme e degli storici Santuari di Greccio e di
San Giovanni Rotondo.
24 grotte scavate nella roccia sono adibite a stalle o
ripari per i pastori con le loro greggi, altre a magazzini contenenti damigiane
di vino e di olio; 50 sacchi cuciti con maestria e donati al presepe da una
nobile romana sono colmi di cereali, sale e farina.
La Colomba donata dalla pittrice Anna Minardo, in occasione
dell’anno preparatorio al Giubileo dedicato allo Spirito Santo, è posta sopra la
grotta al centro dei raggi realizzati in legno di
ulivo di Betlemme
(donato da padre Ibrahim Faltas, già custode della Basilica della
Natività di Betlemme).
La calata di Angeli dal cielo e l’alternarsi del giorno e
della notte rendono ancor più suggestivo lo scenario e il vasto paesaggio
popolato da 270 personaggi, 163 pecorelle, 12 cammelli, 8 asinelli, 8 buoi e 4
cani.
Sopra la grotta della Natività un
frammento del sacro
Scoglio, ove Santa Rita da Cascia si inginocchiava in preghiera, donato
nel marzo 2009 da Gino Emili, sindaco di Cascia.
Via dei Cavalleggeri, 5
Quartiere Aurelio (Roma ovest)
Dal 15 dicembre al 30 gennaio
Tutti i giorni 8.00-20.00
25-26 dicembre ore 8.00-20.00
1 e 6 gennaio ore 8.00-20.00
Domenica ore 8.00-11.30