lunedì 24 dicembre 2012

Il Presepe dei Netturbini



È il presepe dei Romani, dei Papi, dei Netturbini. Qualcuno dice che è il presepe del Papa perché Papa Wojtyla ne era innamorato; si ricordava tutti i particolari, quello che c’era e quello che non c’era.
Nell’arco degli anni, oltre due milioni di romani insieme a turisti, personalità istituzionali, religiose, capi di Stato e Pontefici hanno reso omaggio all’opera, raccogliendosi in preghiera dinanzi alle tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Ben 2234 pietre, provenienti da tutto il mondo, incastonate sulle pareti esterne e sul basamento del presepe testimoniano il messaggio di pace e fratellanza della Natività e l’unione dei popoli.

Arricchito ogni anno di nuovi particolari, il Presepe dei Netturbini riproduce fin nei minimi dettagli lo stile delle tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Uno scorcio di mondo incanta di anno in anno grandi e piccini: le 100 case, tutte illuminate, costruite con ingegnosa maestria in pietra di tufo e lastre di selce (sanpietrini) sono curate nei minimi dettagli con porte, finestre e balconcini.
Un caminetto fumante, 54 metri di strade in lastre di selce, 3 fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4 acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L'acquedotto più piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del colonnato e della facciata della Basilica di San Pietro, ricevuti nel 1979 grazie a S. Eminenza il Cardinale Virginio Noé in occasione del restauro dello stesso colonnato berniniano.

Completano la Sacra Rappresentazione: 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che formano stalattiti, 1 pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, dei quali oltre 400 realizzati con il marmo proveniente dal colonnato di San Pietro e i restanti con pietre della Birmania, di Betlemme e degli storici Santuari di Greccio e di San Giovanni Rotondo.
24 grotte scavate nella roccia sono adibite a stalle o ripari per i pastori con le loro greggi, altre a magazzini contenenti damigiane di vino e di olio; 50 sacchi cuciti con maestria e donati al presepe da una nobile romana sono colmi di cereali, sale e farina.

La Colomba donata dalla pittrice Anna Minardo, in occasione dell’anno preparatorio al Giubileo dedicato allo Spirito Santo, è posta sopra la grotta al centro dei raggi realizzati in legno di ulivo di Betlemme (donato da padre Ibrahim Faltas, già custode della Basilica della Natività di Betlemme).

La calata di Angeli dal cielo e l’alternarsi del giorno e della notte rendono ancor più suggestivo lo scenario e il vasto paesaggio popolato da 270 personaggi, 163 pecorelle, 12 cammelli, 8 asinelli, 8 buoi e 4 cani.
Sopra la grotta della Natività un frammento del sacro Scoglio, ove Santa Rita da Cascia si inginocchiava in preghiera, donato nel marzo 2009 da Gino Emili, sindaco di Cascia.


Via dei Cavalleggeri, 5               
Quartiere Aurelio (Roma ovest)    
Dal 15 dicembre al 30 gennaio
Tutti i giorni 8.00-20.00
25-26 dicembre ore 8.00-20.00
1 e 6 gennaio ore 8.00-20.00
Domenica ore 8.00-11.30

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